A che punto siamo con le verifiche di agibilità?

  • Pubblicato il 31 marzo 2017

Qui ti spiego i numeri in gioco

La Protezione Civile col comunicato stampa del 27/03/2017 (lo trovate qui) fa il punto della situazione sul numero dei sopralluoghi di agibilità effettuati dai tecnici.

Se seguite questo blog siete consapevoli che a me piace (sempre) dare qualche numero.

Eccoli.

148.449 il numero dei sopralluoghi effettuati presso gli edifici colpiti dal sisma nelle Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo.

6.000+ i tecnici volontari impegnati sul campo tra Ingegneri, Architetti, Geometri e Geologi iscritti ai rispettivi albi o collegi professionali.

53.944 il numero delle schede di agibilità digitalizzate tra gli edifici pubblici (4.386) e quelli privati (49.558).

Analizziamo per segmento.

Edifici pubblici:

  • 2.298 il numero delle schede di agibilità riferite agli edifici scolastici

tra queste

il  66% delle scuole risultano agibili

il 6% delle scuole analizzate risultano inagibili 

il 28% delle scuole analizzate risultano parzialmente o temporaneamente inagibili

  • 2.088 il numero degli altri edifici pubblici analizzati
tra questi
il 47% risultano agibili
il 20% risultano inagibili 
il 33% risultano parzialmente o temporaneamente inagibili

 

Edifici privati:
Su 49.558 schede digitalizzate ecco a voi le percentuali:
il 45% è risultato agibile + 6% di edifici che non risultano danneggiati e quindi agibili
il 29% è stato dichiarato inagibile
il 20% è risultato parzialmente o temporaneamente inagibile
Purtroppo si stimano in circa 20.096 gli edifici per i quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere agli immobili o per i quali è necessario un ulteriore sopralluogo.

A qualcuno di voi questi numeri asettici non dicono niente: è chiaro!

Certamente per i più curiosi, questi numeri hanno la forza di descrivere il comportamento del costruito di quelle zone (delle nostre zone!) caratterizzato per la maggior parte, da edifici in muratura e in cemento armato, talvolta anche “ristrutturato” a seguito del sisma del 1997 tra Marche ed Umbria.

Quindi? Quali sono le conclusioni?
Quello che deve fare la (c.d.) società civile (l’uomo della strada per intenderci) è quello di prendere di petto la questione e ragionare in maniera attiva (o pro attiva – ma nel 2015 un collega mi disse che è un termine obsoleto, ndr) sul concetto di prevenzione sismica, che èl’unica strada volta ad evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni ingenti (alle persone, ai fabbricati, ai territori, all’economia, ecc) conseguentemente a questi c4770 di eventi sismici.
Ing. Giuseppe D'Aria
Nato ad Ancona nel 1983, laureato in Ingegneria Edile nel 2011, svolge come libero professionista l'attività di consulente tecnico e progettista per privati, aziende e pubbliche amminitrazioni. Ha collaborato come revisore di testi tecnici, siti e banche dati con EPC Libri e Dario Flaccovio Editore.
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